| Cultura di parole dimenticate dentro i dizionari, di libri polverosi sugli scaffali, di musica obliata su 35 giri dentro a grammofoni antiquati.
Innaturale, questo precario equilibrio del mondo. Non esistono parzialitą che lo distruggando, ergo esso rimane un evento relativista.
La cultura č sempre stata una cosa da pochi.
Non perchč fosse impossibile da attingere, quanto perchč essa era la chiave di quadri di Caravaggio sul mondo.
La cultura era realtą ed era eclettica, di conseguenza avrebbe macchiato di crudo e di vero ogni meandro dell'umanitą.
Ma furono pochi, quelli che l'avvicinarono e l'amarono.
La cultura era una tavolozza di colori che bramava attitudini e talento per dipingere il panorama del mondo.
Il panorama di un mondo che si crogiolava e che tutt'ora si crogiola, nell'ignoranza.
Quale parola volgare.
L'ignoranza non rasenta solo il non sapere, ma anche il fraintendere, il giudicare, l'odiare ed invidiare.
Dove ci ha portato quest'orda di sentimenti malsani?
Dove ci hanno portato epoche, moti e rivoluzioni?
Qual č stato il risultato dell'Indipendenza, del Romanticismo, dell'Illuminismo, del Rinascimento e della Libertą?
E' stata pura moda, pura tendenza.
E la moda ha dilaniato l'arte, la cultura, la filosofia e ha reso tutto una pubblicitą.
Il pianeta č diventato un'ordinaria prostituta alla sua mercč. L'ignoranza vende sč stessa alla moda, per diventare una tendenza.
Questo č il segreto, l'enigma. E' bastato prostituirsi per diventare preda di un unico antagonista, e predatrice del resto.
Ormai il mondo vive atomizzato, lobotomizzato ed ipnotizzato dai culti fashion.
Dall'ignoranza deriva la beatitudine, cantavano i Switchfoot, eppure fra le genti mi par di scorgere solo dolore e decadenza.
Helene.
> Sarebbe carino che la gente ne avesse un pņ, di cultura. Questo quindi, sarebbe un invito a racimolarne un pņ.
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